DIALOGHI PREOCCUPATI

 

di Anonima

Sono sola nel mio salotto come raramente succede d’inverno, sono sempre tutti a casa sarà per il freddo, le biblioteche piene di studenti presi a preparare esami e poi siamo tutti e tutte precarie in questa casa nessun lavoro che ti tenga fuori di casa dalle 9 alle 18.

Sono sola anche perchè sono quasi immobile, ho una brutta frattura ma si ora sto meglio, è vero non devo buttarmi giù perchè poteva andare peggio…

ecco poteva andare peggio che significato vuole avere?

Meglio che ti sei solo rotta un pezzo,                              meglio perchè sono giovane e mi sono rimessa in sesto subito,                                                                                     meglio perchè peso poco o meglio perchè potevo morire?

Insomma a me non va giù pensare che mi è “andata bene”.

Posso pensare che sta finendo il martirio dell’immobilità ma non sto bene. Ho bisogno dell’accompagnatore per uscire, non sono ancora libera, faccio fatica a fare qualsiasi cosa, se non si tratta della mia poltrona ortopedica, anche a stare sdraiata.

Sempre precaria. Sembra una metafora molto ironica e poco divertente della mia esistenza.

 

Mi ritrovo quindi nel mio salotto sola, e penso ad ogni piccolo particolare come se fosse gigante.                  Perchè io mi sento piccola piccola ed ogni necessità diventa problema, come andare al bagno o cucinare…

Ma io sono testarda e non sopportando la mia famiglia mi sono costretta a tornare a casa da sola, e se mi cade un bicchiere per terra devo aspettare che torni qualcuno e me lo devo ripetere spesso: io non devo,  non posso pulire come non posso e non devo fare tante altre cose

Si è vero ho usato sia scopa  che straccio l’altro giorno ma non avrei dovuto.                                                           Sono conflitti interiori, la brava massaia masochista contro boh! qualcosa di meno identificato che dovrebbe assomigliare ad una femminista. Cioe’ sono femminista ma nella pratica il mio femminismo e’ molto in difficolta’ perche’ sommerso da pratiche troppe intrinseche del patriarcato.                                                                                 Ma perche’ pulisco (anche quando il dottore me l’ha vietato)?

 

Tutto sembra così grande e difficile come per una bimba che impara cose nuove.  Nel caso di un adulta bisogna considerare anche che quelle cose tu le avevi imparate un tempo lontano ed ora vuoi mettere a quasi trent’anni reimparare a camminare.                                                        E’ quasi divertente se non si considera che il mondo viaggia troppo veloce e io sto qui, sola a guardarlo girare mentre penso tra me e me:                                        “ma quando sarò in grado di saltare nel vortice mi farò risucchiare o resisterò? questa volta sarò oculata nel mio impiego di forze da spendere nel mondo?”.                                                                                  Quasi stessi per cambiare radicalmente la mia vita. Anche in situazioni del genere ci si aspetta la svolta: non fumerai piu’, affronterai la vita con piu’ coraggio ecc.                                                                                                 Ma per quale motivo una nella vita debba sempre fare qualcosa non lo so, tutti si aspettano che studi, leggi vedi tutti i film che non hai mai visto, “tanto ora che hai tempo”.                                                                                         Ma questa società non rispetta chi vuole fare con calma, chi vuole assaporarlo il mondo? No, non gliene frega nulla, tutto corre anzi ti rincorre dietro il culo e se ti acchiappa…

Mi domando cosa voglio e come ci voglio arrivare. E poi mi fermo rendendomi conto a quante cose non dipendono da me e quanto questo renda infelici perchè desidero  cose che non fanno parte delle singole scelte che posso prendere.

Per es. vorrei insegnare e qui grassa risata in italia oggi? sei sicura? si sono sicura. Tante volte ho scelto di non farlo perchè volevo l’indipendenza e quindi non volevo rimanere ferma in liste d’attesa lunghissime. Non dipendere dai miei.

 

Allora visto che sono sola nel vagare dei miei pensieri ridecido, sperando che sia l’ultima, che da grande voglio insegnare. Bene.

Se poi ci riuscirò o no chi può dirlo e anche questo me lo devo dire chiaro e trasparente come se davvero potessi redarguire me stessa. E allo specchio metaforico in cui mi sto guardando dico: allora tu vuoi insegnare sapendo che forse avrai 60 anni quando accadrà e quindi nel frattempo che fai?

Qui interviene un’altra Me che interrompendo dice: no, no, no non ci siamo non devi ragionare seguendo il capitale e l’accumulo conseguente che ne deriverebbe. Tu hai una passione che esula dal mero guadagno. Pensa a Freire alla pedagogia degli oppressi si tratta di essere educatori di libertà di creare dialogo che salvi le masse dall’alienazione e dall’oppressione in cui le masse stesse si piegano perchè inconsapevoli e stregate dal potere troppo forte.

Allora intervengo Io: Scusate anche io queste cose le so bene, state parlando di me.                                                  Ma quello che sto chiedendo, in questo confronto con me stessa, è semplicemente questo: come faccio a non pensare al “vile denaro”, al fatto che tutti i giorni questa società di merda mi impedisce di realizzare i miei sogni, che li denigra e peggio mi dice continuamente che non valgo niente perchè non produco capitale?

Io poi se voi che siete me continuate a darmi impulsi di solitudine e depressione  CHE COSA FACCIO? DOVE LA SBATTO LA TESTA (metaforicamente anche qui, perchè mi ci manca sola una frattura in testa così faccio l’amplein).

A questo punto tutte le mie me stesse tacciono. Vigliacche urlano tanto per gli altri e quando si tratta di loro li zitte e mute con la coda tra le gambe. Brave, brave.

Lo sapete quindi che siete voi a creare problemi ad aver ceduto alla depressione a farmi piangere quasi tutti i giorni perchè mi sento una fallita, come vi distruggo maledette perchè mi governate voi e non Io che voglio essere felice, perchè mi riuscite a spaventare come se fossi persa in luogo pericoloso e lontano?

Me lo chiedo continuamente cosa ci governa chi decide e io con chi parlo?

Beh io questa volta ve lo urlo  BASTA! IO NON CI STO.

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