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Chi decide quando arriva e quando va via?
Chi decide quando dorme e quando è sveglia?
Sta a noi richiamarla e dirgli che ci siamo per servirla…
Sta a noi chiederle di fare parte della nostra parte
Sta a noi non farle dimenticare di noi
Io non so cos’è la rivoluzione però forse NOI lo sapremo. Può essere anche un pezzetto da inserire nella storia, come tutti i pezzetti che il nostro passato acquisito ci ha consegnato e che ci trasciniamo pedantemente. Forse semplicemente….perchè non posso stare ferma ad aspettare In questi anni abbiamo assistito ad un progressivo impoverimento delle nostre vite dettato dalla crisi economica globale. Ci stanno chiedendo di socializzare i costi della recessione economica rimanendo a guardare di fronte all’applicazione delle politiche d’austerity. Dal Sud al Nord del Mediterraneo ogni giorno si dispiegano momenti di conflitto e rivolte di piazza che rifiutano i sacrifici che ci vogliono imporre. Da piazza Tahrir a piazza Syntagma passando per le nostre piazze, un unico sentimento emerge forte e determinato: la rabbia. Riteniamo che l’insofferenza e il malcontento diffuso, debbano avere una prospettiva comune, conflittuale e rivoluzionaria. Infatti, al di fuori di importanti momenti di conflitto come li abbiamo visti il 14 Dicembre o il 15 Ottobre, nei territori si costruiscono innumerevoli lotte come risposta agli attacchi che vengono portati avanti sulla vita delle persone. Lo sforzo quotidiano che facciamo per sedimentare conflitto sul posto di lavoro e nei territori da difendere e per sottrarli al profitto attraverso le occupazioni delle case, la liberazione degli spazi, deve trovare anche qui un immaginario che sia unificante.
Chi decide quando dorme e quando è sveglia?
Sta a noi richiamarla e dirgli che ci siamo per servirla…
Sta a noi chiederle di fare parte della nostra parte
Sta a noi non farle dimenticare di noi
Io non so cos’è la rivoluzione però forse NOI lo sapremo. Può essere anche un pezzetto da inserire nella storia, come tutti i pezzetti che il nostro passato acquisito ci ha consegnato e che ci trasciniamo pedantemente. Forse semplicemente….perchè non posso stare ferma ad aspettare In questi anni abbiamo assistito ad un progressivo impoverimento delle nostre vite dettato dalla crisi economica globale. Ci stanno chiedendo di socializzare i costi della recessione economica rimanendo a guardare di fronte all’applicazione delle politiche d’austerity. Dal Sud al Nord del Mediterraneo ogni giorno si dispiegano momenti di conflitto e rivolte di piazza che rifiutano i sacrifici che ci vogliono imporre. Da piazza Tahrir a piazza Syntagma passando per le nostre piazze, un unico sentimento emerge forte e determinato: la rabbia. Riteniamo che l’insofferenza e il malcontento diffuso, debbano avere una prospettiva comune, conflittuale e rivoluzionaria. Infatti, al di fuori di importanti momenti di conflitto come li abbiamo visti il 14 Dicembre o il 15 Ottobre, nei territori si costruiscono innumerevoli lotte come risposta agli attacchi che vengono portati avanti sulla vita delle persone. Lo sforzo quotidiano che facciamo per sedimentare conflitto sul posto di lavoro e nei territori da difendere e per sottrarli al profitto attraverso le occupazioni delle case, la liberazione degli spazi, deve trovare anche qui un immaginario che sia unificante.
Quest’anno, con letteratura e conflitto vol.II, vorremmo fare un tentativo: ricomporre le lotte attuali attraverso la costruzione di un immaginario condiviso. Infatti, riteniamo che per realizzare tutto questo sia necessaria una narrazione collettiva dei momenti conflittuali che viviamo e che li restituisca a tutti nella sua potenza. Spesso, capita che le ricche giornate che abbiamo vissuto in questi anni vengano strumentalizzate e stigmatizzate a mezzo stampa da chi detiene il potere impedendo, in questo modo, sia la costruzione di un consenso sia il senso rivoluzionario espresso dalle piazze. Per questo motivo, i protagonisti delle lotte devono riconquistare la capacità di raccontare la volontà, l’energia e la tendenza creativa che attraversa le piazze e le lotte quotidiane.
Vogliamo cominciare dal riutilizzo della letteratura per costruire un immaginario rivoluzionario. Pensiamo che la letteratura sia uno strumento che, se espressione di una lettura collettiva conflittuale, risulta unificante e coagulante. Dobbiamo essere capaci di costruire le lotte tanto quanto di saperle raccontare, dobbiamo essere capaci di riappropriarci delle categorie che vorremmo avesse la parola rivoluzione e che estrapoliamo dal vivere il momento storico in cui ci troviamo dandogli una direzione che è quella di parte, dalla nostra parte. La letteratura vorremmo che fosse gli occhi e le orecchie che dal tempo vissuto elaborasse sapere che ritorna nelle pratiche di lotta. La rivoluzione è una pratica situata nei nostri giorni se solo le restituissimo quella visibilità e quell’importanza che merita.
Abbiamo pensato di darle una personalità, di farla viaggiare nei momenti in cui le è stata data una vita nel passato e richiamarla per chiederle cosa sta avvenendo nei nostri giorni. Per questo motivo daremo spazio nelle aule occupate, negli studentati e nelle occupazioni abitative alle letture di romanzi e brani che ci raccontano della rivoluzione del passato e quella del presente. Letteratura e conflitto quest’anno diventa itinerante, percorrerà le strade e gli spazi in cui le pratiche di riappropriazione vivono . Vogliamo lanciare un contest di scrittura che tragga ispirazione dai momenti vissuti da ognuno di noi e dai dibattiti che faremo durante tutto il mese di maggio e di giugno. Invitiamo tutti e tutte a contribuire alla rivoluzione che verrà perchè sta a noi renderla possibile.
Vogliamo cominciare dal riutilizzo della letteratura per costruire un immaginario rivoluzionario. Pensiamo che la letteratura sia uno strumento che, se espressione di una lettura collettiva conflittuale, risulta unificante e coagulante. Dobbiamo essere capaci di costruire le lotte tanto quanto di saperle raccontare, dobbiamo essere capaci di riappropriarci delle categorie che vorremmo avesse la parola rivoluzione e che estrapoliamo dal vivere il momento storico in cui ci troviamo dandogli una direzione che è quella di parte, dalla nostra parte. La letteratura vorremmo che fosse gli occhi e le orecchie che dal tempo vissuto elaborasse sapere che ritorna nelle pratiche di lotta. La rivoluzione è una pratica situata nei nostri giorni se solo le restituissimo quella visibilità e quell’importanza che merita.
Abbiamo pensato di darle una personalità, di farla viaggiare nei momenti in cui le è stata data una vita nel passato e richiamarla per chiederle cosa sta avvenendo nei nostri giorni. Per questo motivo daremo spazio nelle aule occupate, negli studentati e nelle occupazioni abitative alle letture di romanzi e brani che ci raccontano della rivoluzione del passato e quella del presente. Letteratura e conflitto quest’anno diventa itinerante, percorrerà le strade e gli spazi in cui le pratiche di riappropriazione vivono . Vogliamo lanciare un contest di scrittura che tragga ispirazione dai momenti vissuti da ognuno di noi e dai dibattiti che faremo durante tutto il mese di maggio e di giugno. Invitiamo tutti e tutte a contribuire alla rivoluzione che verrà perchè sta a noi renderla possibile.
Per questo stiamo promuovendo una serie di incontri tra scrittori, artigiani delle parola, teppisti della letteratura
per discuterne e fare più potenti le nostre armi.
Se hai un racconto, una poesia, un testo (max 12000 battute)
che parli, viva, respiri di conflitto
PARTECIPA
Raccogliamo ed Accogliamo prodotti della parola resi imperituri che appartengano alle seguenti categorie:
IN PROSA
- racconto, racconto breve
- novella, fiaba, dramma pastorale
- melodramma, tragedia classica
- monologo, flusso di coscienza
- diario, epistolario, web-epistolario (ora inventato), giornale di bordo del capitano
- saggio, tema argomentativo
IN VERSI
- ode, canzona, elegia
- poema in ottave
- poesiola in rima
- componimento in distico elegiaco
- esegesi funerea
Copyright sui contenuti
Pensiamo che la diffusione dei contenuti prodotti durante l’iniziativa, debba essere pensata in modo da tutelare chi produce dei contenuti ma anche di permettere un libero scambio delle informazioni. Per questo richiediamo a tutti coloro che invieranno materiale, di giustapporre ai contenuti proposti questo logo di Licenza Creative Commons. Per maggiori info http://creativecommons.org/choose/?format=text&lang=it
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Epilogo
Il materiale raccolto durante l’iniziativa sarà visionabile dal blog e successivamente riorganizzato in un e-book scaricabile gratuitamente.
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