Diario di una rivoluzione che ancora deve avvenire?

La corazzata Potemkin era partita con entusiamo dalla sua centrale operativa. Degage, in via Antonio Musa 10, era stata conquistata da poco e scorreva su di noi ancora tanta adrenalina nonostante fossero passate due settimane. Erano duri quei giorni. La centrale era messa bene: luce, acqua, gas, era tutto funzionante..ma mettere in sicurezza il posto e allo stesso tempo continuare a vivere costava fatica. Soprattutto quando cerchi di convincere i tuoi compagni che la partita non si gioca qui e ora…Anche se, poi ho pensato: perchè no? Trovo frustrante il senso di impotenza che attraversa i nostri giorni. Continua a leggere

Lea è convinta che prima o poi manderemo tutti via

di Anonima

Lea ha compiuto vent’anni.

Non è felice, sente una strana puzza, percepisce da tempo un’inquietudine ed un fastidio generale, quasi quasi la notte Lea non riesce a dormire e sa che non è più l’adolescenza, oramai va all’Università..

La sua vita sembra essere normale..studia( sempre più raramente perché lavora come baby-sitter, o nel Call-Center della Vodafone), esce con gli amici (anche se più che uscire si vedono in casa visto che il cinema é inaccessibile, il pullman é un ricettacolo di controllori infamoni .., la birra sembra sia fatta d’oro..) insomma conduce una vita normale nell’era della nube chiamata precarietà.

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Cameriera

di Chiara

PARTE PRIMA: PREPARAZIONE

Racconto inizio cameriera

Da quando ho cominciato l’università ho fatto la cameriera e anche la callcenterista e anche la ripetitrice di latino e anche la callcenterista in un altro posto e anche la cameriera in un altro posto e anche la cameriera in uno stesso posto e anche la cameriera e basta.
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Profumo… di Austerità! – OccupyUnibo vs Napolitano

Pubblichiamo il comunicato degli studenti di Bologna, che ieri sono stati caricati mentre contestavano l’inaugurazione dell’anno accademico del loro ateneo e la consegna della laurea honoris causa a napolitano. Letterature&Conflitto è, anche, sperimentazione dal basso di un’università differente, di autogestione della formazione, di riappropriazione dei saperi. Per questo ci riconosciamo nei contenuti e nelle pratiche con cui ieri gli studenti bolognesi hanno preso parola. Nell’università che stiamo costruendo  non c’è spazio per le cerimonie dei baroni e per l’incensamento dei tecnocrati!

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