Finché la politica…

… sarà mera espressione del sistemasocrate finanziario ed economico, il più auspicabile dei finali è che, passato questo periodo di crisi, i supermercati tornino ad essere affollati e i carrelli a riempirsi di futili beni di consumo; le mandrie riprenderanno la transumanza estiva verso le mete marittime più ambite e le banche torneranno a prestare liquidi ai consumatori per permettergli di vivere nuovamente sopra il loro standard.

Chiedere un prestito per avere una televisione al plasma e una macchina di grossa cilindrata?! Un must per gli italiani, un’imprescindibile voglia di affermare se stessi in modo vacuo e superficiale, perché lo stereotipo paga, perché nessuno pensa “Ma non sia mai che, nel loro non pensare, gli altri pensino che sono più povero di loro.”

Scilipoti è riuscito a passare dal partito di Di Pietro, giustizialista e di sinistra, al partito di Berlusconi, a destra,fedele alle amnistie, ai condoni e alle prescrizioni.

L’ideale politico non conta nulla quando il mutuo della villa può essere pagato molto più celermente grazie ad un “Piccolo” cambio di squadra, no?!

E Capezzone? Il portavoce del PdL? Lui è riuscito a passare dai radicali alla corte di Berlusconi, hanno comprato la sua voce, la sua dialettica; di ideali è meglio non parlarne, un bisessuale schierato con la parte più omofoba del parlamento è indubbiamente sprovvisto di un’etica che gli permetta di averne, si muove per i soldi, si muove per la fama, si muove un po’ strisciando.

Chi non riesce ad apprendere questa tipologia di deambulazione non è un politico odierno, non ha la capacità di piacere ai votanti, non arriverà mai a coprire posizioni di rilievo.

E la supercazzola? Per entrare in politica non servono lauree, basta essere dei professionisti della supercazzola, il dialogare tanto per, intavolare dei dibattiti senza avere la minima idea di cosa si stia dicendo, l’importante è dirlo, dirlo bene, ammiccare con lo sguardo alla telecamera, ammaliare i possibili sostenitori con paroloni caduti in disuso o neologismi dalla parvenza aulica; una volta si chiamavano sofisti, ora si dichiarano “Portatori di verità assolute”; non è nemmeno più la capacità di imbastire un discorso che dichiara chi sta dicendo la cosa più veritiera, da quando la tribuna politica ha il suo spazio televisivo e da quando il tubo catodico è diventato il miglior mezzo propagandistico del sistema, i migliori politici sono quelli che urlano di più, che sovrastano gli altri, che aggrediscono e che insultano come farebbe il popolo, perché il popolo vuole questo, perché un’atmosfera da stadio da una percezione migliore di quella che sia la realtà dei votanti… degli ultras col la capacità di mettere una x appena entrati nell’urna.

Nulla di nuovo, Socrate c’è morto per l’ostracismo, gli hanno fatto scegliere tra il confino e la cicuta, come potrebbe una persona onesta entrare in parlamento e provare a cambiare le cose?

Le cose ti cambiano prima che le cambi, perché se il marcio non è solo all’apice della scala vuol dire che è sistemico e se è sistemico vuol dire che anche i gradini più bassi del sistema sanno benissimo quali siano i meccanismi di funzionamento del tutto.

Praticamente chi è in alto ruba, chi è in basso punta ad arrivare in alto per poter rubare altrettanto.

Ma naturalmente, se un politico dovesse ribattere a delle constatazioni di un certo tipo, avrebbe a disposizione una gamma di insulti standard, di quegli insulti che nessuno capisce e nessuno sa cosa significhino, ma suonano così bene e così forbiti che probabilmente riuscirebbero persino a far credere che abbia ragione.

Quante volte sentiamo usare definizioni come : “Stai solo facendo del populismo, la tua è semplice demagogia, noi proponiamo soluzioni concrete ad un problema endemico della politica”

Certo, la voglia di prendere il dizionario è sempre poca, il telecomando è a portata di mano, su canale 5 c’è Maria de Filippi, giro canale e cosa me ne frega, io di ste cose demagogiche non voglio sentirne parlare, ho i miei problemi e preferisco gli spaghetti, no?!

Fa sorridere pensare che la traduzione di quelle frasi topiche sia : “E’ banale dire che i politici rubano, stai dicendo cose che tutti sanno e che fanno presa solo perché palesemente vere, noi proponiamo una soluzione reale a questo problema, il problema dei politici che rubano”.

E in effetti la soluzione concreta c’è sempre, basta alternare i partiti al potere ogni quattro anni e cambiare un po’ le facce degli esponenti principali, la gente ha carenze di fosforo inimmaginabili e non si porrà sicuramente il problema di dire: “Ehi, stavamo parlando di voi che rubate, non diteci che è banale, non diteci che avete soluzioni, non si può chiedere alla peste di procurarci il vaccino”.

Roosevelt, considerato dalla storia un grande statista, ancor prima che un grande politico, mise in atto una delle campagne propagandistiche più infime della storia, lui che si presentò come il guaritore dei mali americani, l’uomo giusto per far uscire gli States dalla crisi. Il nome con cui camuffò una serie di scriteriate iniziative economiche e politiche fu “New Deal”; grazie alle politiche del New Deal riuscì a salvare il sistema capitalistico, riuscì a mantenere in vita il sistema che noi stessi adottiamo tutt’oggi, un sistema fondato sul potere della banca centrale e la subordinazione delle altre, dove i soldi non hanno più un valore su una base aurifera, bensì un valore ipotetico, dettato dall’oscillazione dei mercati e dalle direttive di qualche singolo. Roosevelt stesso decideva giorno per giorno quale fosse il valore del dollaro e le basi sulle quali prendeva certe decisioni erano del tutto casuali, più vicine alla cabala che alla statistica. Tutto ciò ha senso?

Ha senso almeno quanto ne avevano le fotografie che commissionò ai fotografi migliori del tempo; istantanee nelle quali si ritraevano volti martoriati dalla fame, bambini dimessi e malaticci immersi in ambienti insalubri, famiglie allargate e denutrite, vestite di stracci e adornate di sole occhiaie.

Tutto ciò ha senso, ha senso in un’ottica di potere.

Perché fotografare la povertà e mostrarla su tutti i cartelloni? Sui giornali? Al cinema?

Beh, è semplice… per far credere alla popolazione che la povertà fosse frutto della crisi, per camuffare il fatto che in certe zone la povertà dettasse legge da decenni, insomma, per canalizzare il malcontento popolare verso un capro espiatorio del tutto inattaccabile, la crisi economica, un’entità senza faccia e senza anima; per dirla in soldoni, la genialità di Roosevelt fu quella di far credere al popolo che la povertà della maggior parte delle persone fosse semplicemente frutto di quel periodo di crisi, quando in realtà era una condizione che si protraeva già da decenni, quando in realtà il sistema era sbagliato da prima, quando la crisi era solo l’esteriorizzarsi del morbo, un morbo che in realtà risiedeva nel sistema stesso.

Per garantire che crisi finanziarie come quella del ’29 non rischiassero di compromettere nuovamente il capitalismo, mise un certo Kennedy a controllare la borsa di Wall Street, lo

stesso Kennedy che era famoso ai più per essere un truffatore di prim’ordine, uno che aveva fatto la sua fortuna giocando in borsa sul filo della legalità.

Praticamente, volendo fare un parallelismo con la nostra nazione odierna, è come se mettessero a capo delle questure dei mafiosi, a capo delle magistrature dei corrotti e in politica degli incapaci abili solo nella dialettica, mentre a governare le banche potremmo mettere dei rapinatori.

Praticamente abbiamo Draghi, abbiamo Monti, abbiamo ancora Andreotti.

E’ tutto uguale, dai tempi di Socrate, dai tempi della cicuta, solo che ora li ammazzano col cianuro.

Michael Lorenzelli

Lascia un commento